Curiosità: il chitarrista dei Radiohead, Jonny Greenwood, ha inserito ICO al primo posto nella lista dei miglior videogiochi a cui abbia mai giocato, mentre il regista Guillermo Del Toro ha citato ICO e Shadow of the colossus definendoli dei capolavori; lo sviluppatore di videogiochi Peter Molyneux ha invece dichiarato: "se avessi creato ICO potrei morire da uomo felice".
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Se una qualsiasi recensione ha dato a questo gioco non meno di cinque stelle, un motivo ci sarà.
Ico non stupirà di certo per longevità e complessità di trama e gameplay, però se cercate una grafica magnetica e, soprattutto, un prodotto originale e commovente, non potete trovare di meglio. Si perché Ico trasmette emozioni. Vi sembrerà di vivere una fiaba, e di trovarvi davanti ad una vera opera d'arte.
Il rapporto che si crea con l'ambiente è indescrivibile, e buona parte della sostanza di ICO gira attorno a questo. Il titolo è un adventure game basato sulla componente “enigmistica”, tant'è che la sovrabbondanza di rompicapi passa spesso il confine del Puzzle Game. Non ci sono trappole da superare: solo antichissimi ponti sospesi, corde, leve e blocchi da spostare. Ogni enigma permette al giocatore di esplorare al meglio le varie ambientazioni, di scoprire la cura per ogni minimo dettaglio, di godersi il riflesso di una pozza d'acqua, di "udire" il silenzio di quei luoghi sperduti e incontaminati, di ammirare i giochi creati dai raggi di luce che penetrano nelle fessure e contrastano con le ombre che si allungano in ogni direzione. L'essenzialità del prodotto è ciò che lo rende unico, poiché riesce a farci soffermare sull'aspetto narrativo ed emotivo. Ecco perché il paesaggio diviene atmosfera, la musica diviene rumore, il nemico diviene tormento.
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Come si può non voler fare il possibile per liberare Ico dalla sua prigionia? Finchè abbiamo di fronte il classico eroe belloccio, sfacciato, armato e pieno di muscoli, quasi ci passa la voglia. Ma le cose cambiano quando il protagonista è un ragazzino esile e dall'animo gentile, munito solo di torcia e bastone contro le tenebre; condannato ad essere sacrificato in un antico castello in quanto considerato segno di cattivo auspicio...quanta ingiustizia! Come non provare tenerezza? E come restare indifferenti alla sua scelta di portare in salvo una timida fanciulla di nome Yorda, di tenerla per mano qualsiasi cosa accada e infine dividere con lei un cocomero sulla spiaggia? Il tutto senza mai riuscire a comunicarci direttamente, poiché i due provengono da realtà molto diverse.
A volte il dover continuamente cercare percorsi accessibili alla ragazzina, stando ben attenti a non perderla di vista, può infastidire. La cosa bella è però che collaborare sembra essere l'unica speranza di uscire dal labirinto indenni.
La sola modalità di salvataggio è in grado, ogni volta, di strappare un sorriso: dovrete sedervi su apposite panchine in pietra (guarda caso a due posti) e far cenno a Yorda di imitarvi.
E vogliamo parlare dell'effetto pellicola che sbloccherete a fine gioco? Renderà il tutto ancora più poetico.
Se avete la fortuna di imbattervi tra gli scaffali in questo titolo ormai raro, prendetelo senza esitare. Ne vale la pena.
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Edited by manew24 - 1/2/2014, 18:03
